Vita e vivente secondo Pietro Omodeo

definizione di vita

Lo zoologo ci invia come contributo una sua proposta aggiornata della definizione di vita. La condividiamo con i lettori

Definire la vita è un’impresa, tanto per i biologi quanto per i filosofi. Si contano, infatti, centinaia di definizioni e nessuna è riuscita a mettere d’accordo tutti, o la maggior parte, degli addetti ai lavori. Nel 2011 il biologo molecolare Edward N. Trifonov ne analizzò ben 123, e in base alle parole ricorrenti provò a distillare la propria definizione di sole tre lettere: autoriproduzione con variazione. Semplice, forse troppo. Per esempio un virus per computer si autoriproduce con variazione, ma non lo consideriamo vivo, gli hanno fatto notare i critici.

Il dibattito continua, e ora riceviamo in redazione un contributo in merito di Pietro Omodeo, che proponiamo ai lettori. Lo zoologo aveva già affrontato l’argomento nel suo saggio La teoria del vivente e l’evoluzionismo, queste definizioni di vivente e vita ne sono uno sviluppo.
 

Definizioni di vivente e di vita
di Pietro Omodeo — Novembre 2022

Definizione di vivente
Ogni essere vivente è un organismo cellulare percorso da flussi autoregolati di materia, energia e informazione. Grazie a tale organizzazione i viventi possono riprodursi con variazioni ed evolvere adattandosi al variare delle condizioni dell’ambiente dal quale traggono le loro sussistenze. [1]Tutte le cellule, senza eccezioni, sono organismi costituiti da un involucro formato da due robuste lamine di glicerofosfato tra le quali è inserita una doppia falda lipidica. Detto involucro racchiude i compartimenti del metabolismo e dell’informazione che interagiscono tra loro. Tali compartimenti sono composti, rispettivamente, da proteine e da nucleotidi.[2]

Definizione di vita
Da quanto detto si può ricavare la definizione di vita, intesa nella sua accezione scientifica: vita è la fenomenologia concernente i viventi, le loro parti e il loro divenire.

Osservazioni a proposito di queste definizioni
La definizione di vivente qui introdotta differisce da quelle proposte in precedenza per due aspetti:

I) per il rilievo che viene dato all’autocontrollo o autoregolazione.

II) per aver ristretto il fenomeno della riproduzione a mera conseguenza dell’organizzazione del vivente, il quale rimane tale anche se non si riproduce, o se ha cessato di riprodursi.

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Note:
  1. La definizione differisce da quella da me formulata nel 1983 (Scientia, 118, 31-49) in quanto, invece di fare riferimento a un elenco di strutture, fa riferimento alla cellularità. Ciò perché è emersa l’opportunità di dare all’intera biologia come base la cellularità.[]
  2. La costanza dell’architettura della cellula attraverso i vari gradi di complessità che essa raggiunge, insieme alla precisa corrispondenza dell’autocontrollo in tutte le attività e nel fluire di materia, energia e informazione, giustificano l’opportunità di porre la cellula al centro della trattazione della biologia, mentre la funzione compositiva della cellula stessa giustifica l’uso del termine organismo per tutti i viventi.[]