Il Viaggio di Alexander von Humboldt

Ecco la traduzione italiana del Viaggio alle regioni equinoziali del Nuovo Continente di Alexander von Humboldt. Recensione di Federico Focher

«Sono venuto a Berlino non per vedere i suoi musei e le sue gallerie, o lo splendido viale Unter den Linden, o i teatri d’opera e di prosa, e nemmeno per tuffarmi nella dolce vita delle sue strade e dei suoi salotti, bensì per il piacere di incontrarmi e discorrere con il più grande uomo esistente al mondo: Alexander von Humboldt». Così, nel novembre 1856, scriveva il giornalista e saggista americano Bayard Taylor. Da allora sono passati poco più di 150 anni, e di quell’eccelso naturalista ed esploratore, di quell’intimo amico di Goethe, Schiller, Gauss, Gay-Lussac e molte teste coronate, oggi in Italia non si conosce pressoché nulla. Un fatto questo che dovrebbe far meditare molti nani che oggi gongolano per qualche briciolo di notorietà.
Della sterminata opera scientifica di Alexander von Humboldt, suddivisa in varie decine di volumi che spaziano dalla geologia alla botanica, dalla geografia alla zoologia, dall’archeologia alla politica oggi ben poco è fruibile dal lettore italiano. Ecco dunque che si è felici di ritrovare in questi giorni sugli scaffali delle nostre librerie la sua opera forse più nota e sicuramente più importante per il ruolo che essa ha giocato nella vocazione naturalistica di due scienziati come Charles Darwin e Alfred Russel Wallace. Si tratta del Viaggio alle regioni equinoziali del Nuovo Continente, pubblicato in forma antologica da Quodlibet/Humboldt.
Il libro, curato da Franco Farinelli e illustrato da Stefano Arienti, mette sapientemente in evidenza alcune facce della poliedrica opera scientifico-letteraria in tre volumi (nota nel mondo anglosassone come Personal Narrative) che Humboldt scrisse a Parigi al ritorno dal suo lungo e avventuroso viaggio nel Nuovo Mondo compiuto tra 1799 e il 1804. In quei cinque anni, insieme all’amico Aimé Bonpland, Humboldt esplorò e poi descrisse dettagliatamente i bacini dell’Orinoco e del Rio Negro, la Cordigliera andina, Messico e Cuba.
Chi leggerà il Viaggio rimarrà ancora oggi sbalordito dalla vastità degli argomenti affrontati da Humboldt: nel giro di poche pagine una località diventa oggetto di analisi geologiche, fisiche, botaniche, zoologiche, nonché “ecologiche”, antropologiche, linguistiche, sociali, economiche e politiche. Tabelle di dati metereologici, climatici e geopolitici, si alternano ora alla semplice cronaca del viaggio, ora a slanci poetici suscitati dalle sublimi visioni della natura, ora a nobili commenti di critica sociale. In particolare, nelle pagine del Viaggio si coglie appieno il nuovo stile esplorativo inventato da Humboldt: un modo di fare ricerca che non si limita solamente alla collezione e alla classificazione dei reperti naturalistici, o alla semplice misurazione dei fenomeni naturali, ma si estende anche alla comparazione spazio-temporale e all’integrazione “organica” delle osservazioni e dei dati fisici raccolti. Sarà proprio applicando questa “scienza humboldtiana” che Darwin e Wallace giungeranno alla scoperta del meccanismo responsabile dell’evoluzione dei viventi: la selezione naturale.
Siamo dunque certi che in questa bella antologia il lettore troverà elementi sufficienti per comprendere la grandezza di colui che fu definito il «monarca del mondo della scienza» e per poter esclamare con Darwin: «Più leggo Humboldt e più i miei sentimenti si tramutano in vera ammirazione».
Federico Focher
Scheda del libro
Autore: Alexander von Humboldt
Titolo: Viaggio alle regioni equinoziali del Nuovo Continente fatto negli anni 1799, 1800, 1801, 1802, 1803 e 1804 da Alexander von Humboldt e Aimé Bonpland. Relazione Storica.
Curatela: Franco Farinelli
Illustrazioni: Stefano Arienti
Traduzione: Giuseppe Lucchesini
Edizione: Quodlibet/Humboldt, Settembre 2014
Pagine: 268
Prezzo: € 23,50