Ali da primato

Ecco i fossili del più grande uccello volatore finora mai ritrovato: con un’apertura alare di oltre sei metri, Pelagornis sandersi poteva planare anche per chilometri sfruttando le correnti d’aria

Grazie ai ritrovamenti fossili siamo in grado di ricostruire le forme di vita del passato: come spesso emerge dalle analisi dei resti, le specie estinte erano molto diverse da quelle attuali, anche per quanto concerne i gruppi tassonomici che ancora abitano il nostro pianeta. Ad esempio, noi siamo abituati a conoscere gli uccelli volatori come, a parte pochissime eccezioni, animali di piccole dimensioni. Ma non è sempre stato così, in quanto sono note specie la cui apertura alare superava di gran lunga quella dell’albatros urlatore (Diomedea exulans), che al giorno d’oggi detiene questo primato. 
Fino a pochi giorni fa, l’uccello noto con la più ampia apertura alare era Argentavis magnificens (oltre 4 metri), ma oggi la rivista PNAS ha pubblicato la descrizione di una specie che supera ampiamente questa dimensione. Si tratta di Pelagornis sandersi, anch’esso appartenente alla famiglia estinta dei pelagornitidi (Pelagornithidae), la cui distanza tra le estremità delle due ali era compresa tra i sei gli otto metri. I suoi resti sono stati ritrovati in Soth Carolina in uno strato roccioso datato 25-28 milioni di anni fa.
Grazie a questa apertura alare straordinaria, sostiene l’autore dello studio, Daniel T. Ksepka della Columbia University, Pelagornis era in grado di sfruttare le correnti d’aria e planare a distanza di chilometri sulla superficie dell’oceano senza dover sbattere le ali. 
Daniel T. Ksepka. Flight performance of the largest volant bird. PNAS, July 7, 2014 DOI: 10.1073/pnas.1320297111 
Immagine: Credit: Liz Bradford