Evoluzione umana e omoplasia

C’è ancora chi pensa che l’evoluzione umana sia stata semplice e piacevolmente lineare, come si è raccontato per molto tempo: “tutti sanno che” qualche scimmia si è evoluta nelle australopitecine, queste si sono evolute in Homo habilis, poi quest’ultimo in Homo erectus, ed esso in Homo neanderthalensis per arrivare poi a noi. Ma le cose sono state certamente più complicate.

C’è ancora chi pensa che l’evoluzione umana sia stata semplice e piacevolmente lineare, come si è raccontato per molto tempo: “tutti sanno che” qualche scimmia si è evoluta nelle australopitecine, queste si sono evolute in Homo habilis, poi quest’ultimo in Homo erectus, ed esso in Homo neanderthalensis per arrivare poi a noi. Ma le cose sono state certamente più complicate.

La genetica viene utilizzata ormai su larga scala per scoprire le relazioni filogenetiche tra gli organismi, ed è ormai ampiamente evidente che queste relazioni non sono necessariamente supportate da differenze morfologiche (fenotipiche) visibili. Insomma, “shared morphology does not mean shared (immediate) ancestry”: una morfologia comune non è indice di parentela.

Questo è valido in tutto il regno animale. Perché dovremmo esserne esclusi?

Il termine tecnico omoplasia designa una morfologia che si trova in due animali, pur non derivando da eredità comune. Non c’è ragione di credere che le omoplasie non si verifichino nella nostra evoluzione, anzi: il fatto che un australopiteco assomigli a ominini più recenti, non implica che il primo sia imparentato strettamente con i secondi. Una morfologia non necessariamente evolve una volta sola.

Non tutti i colleghi paleoantropologi riconoscono l’importanza cruciale di queste scoperte, ma in cinque-dieci anni esse rivoluzioneranno lo studio dell’evoluzione di Homo sapiens e del suo folto cespuglio di parenti. Ancora una volta, insomma: a) è improbabile trovare antenati; b) anche se pensi di aver trovato un antenato, probabilmente hai torto.

L’omoplasia è reale, i primati superiori non sono esenti da essa. L’omoplasia complica la ricostruzione delle relazioni, e faremmo meglio ad abituarci a ciò.

Il canale di PikaiaChannel

Qui la prima parte dell’intervista.

Pikaia ha incontrato Bernard Wood e le sue idee anche qui:
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Le ragioni della sopravvivenza e dell’estinzione

Intervista di Chiara Ceci
Sintesi di Emanuele Serrelli